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La musica racconta

 

 

Venerdì 13 maggio 2016 nel carcere di Verziano

 

127 donne uccise dai loro compagni, mariti, amanti, fidanzati nel solo 2015.

A lro mi rivolgo ma anche a tutti gli uomini che considerano il loro rapporto con le donne nei termini di un autentico diritto di proprietà e scambiano per amore la presunzione di poter esigere la proprietà assoluta, completa di un’altra persona.

 

Fatti di cronaca, Testo e canto assieme, il discorso poetico ed emotivo che dimeventi il ragionamento freddo e didascalico. Un teatro di narrazione che punta non a dimostrare, non a convincere ma a coinvolgere ed emozionare. Storie, cronache, vicende sono spunti che possono essere più o meno attuali, che posso partire anche da molto lontano, ma che prendono subito un sapore immediato, vicinissimo, proprio perché declinate e agitate dalla passione. Ecco che il risultato appare come coinvolgimento, come comprensione totale, come slancio ed indignazione contro ingiustizie, violenze, prepotenze che sono state di ogni epoca e indignano ancora di più perché vive e presenti, quindi insopportabili ora. Il progetto di questo spettacolo nasce dall’urgenza di ricordare queste storie affinché il lavoro musico/teatrale possa contribuire ad educare e quindi cambiare il futuro, con la speranza che, grazie anche a questo linguaggio, uscire dalla violenza contro le Donne sia possibile. E’ l’emozione a traghettare il messaggio, sono le note di una melodia siciliana che parla di amore negato e di sottomissione a rafforzare il pugno allo stomaco che queste storie trasmettono. E l’idea vincente è quella di non considerare mai la musica come colonna sonora ma come linguaggio diretto, al pari della parola, nel tessere le trame del racconto.

Il carcere sfondo esemplare, pubblico esemplare per questo modo di fare teatro e teatro civile.

gruppo Amaranta, composto da sole donne e in scena questa volta ci saranno: Rosangela Bertini, Pierluisa Giacomini, Elena Marelli, Sara Piceni, Annalisa Raggi, Patrizia Rossi e Valeria Sinico.

Musiche composte o arrangiate dal M° Claudio Mandonico

 

WORK IN PROGRESS

Storie di donne, donne coraggiose che con i loro NO hanno segnato la loro vita e la nostra storia. Storie di donne che hanno saputo invertire l’ordine dei pensieri, che per una volta, quella giusta, hanno creduto fermamente che solo la natura rimane immutabile nei suoi cicli.

Un racconto che attraversa la vita di donne che sono riuscite a far accadere le cose, libere da ogni costrizione nel seguire la passione. Donne che hanno lottato per anni o che hanno vissuto la grazia di un momento di luce nel dire No, senza urlare, quel no che stava lì, chiuso da chissà quanto tempo, maturato da intere generazioni, come tutti i no che per vite stanno chiusi e poi finalmente vengono alla luce e con la forza del tempo scardinano tutti i forzieri.

Certo uno specchio spezzato può avere in molti di questi frammenti dei lacerti di disperazione e di dramma. Ma lo specchio ricomposto ci presenta una donna che non può essere impegnata in una battaglia di genere ma deve essere impegnata in una battaglia di comunità. Perché la vita non è fatta di sacrifici e rinunce, ma di scelte.

 

 

 

 

Cercando uno specchio

LE DONNE CAMMINANO in fretta con la testa china

Violenza quotidiana e vite interrotte

 

Questa volta ad ospitarci è il comune di Gavardo e ancora una volta con il prof. Carlo Alberto Romano

 

l'iniziativa rientra nel programma celebrativo nazionale

L'ULTIMA OBBEDIENZA

Storie di donne nella grande guerra

Figlie e madri di famiglia. Mogli, e poi vedove, ma anche lavoratrici, infermiere, volontarie, attiviste, e persino combattenti, spesso o quasi sempre vittime. Donne, tutte, coinvolte nella tragedia della grande guerra che modifica profondamente il tessuto sociale

La "Grande Guerra" segna la fine di una civiltà, di un mondo di valori e di una visione del mondo, disegna il paesaggio della contemporaneità. Sui fronti di guerra, l’ "inutile strage" perpetrava l'ecatombe di milioni di giovani, mentre in patria le donne si scoprivano capaci di nuovi ruoli e nuove responsabilità nella società e nella fabbrica: tutto ciò scardinava gerarchie e doveri aprendo la strada, nel bene e nel male, a quella ribellione delle masse che è all'alba della contemporaneità.

L'ultima obbedienza segna la nascita di un nuovo senso di sé da parte di uomini e donne, non senza clamorosi abbagli e tragici errori, dal fascismo al nazismo al comunismo, e rappresenta una esperienza assoluta sulla quale vale la pena di riflettere e fare arte.

Lo spettacolo narra le loro storie grazie ad un attento lavoro di ricerca, tra diari e lettere, condotto in gran parte sul fronte della prima guerra avvalendosi della qualificata consulenza di storici ed enti museali.

Il risultato è una storia che ci racconta le vicende grazie alle emozioni.

La musica originale è stata composta dal M° Claudio Mandonico per questo spettacolo.

 

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